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Dalla piazza Venezia, prendendo a destra del Vittoriano la via del Teatro Marcello si arriva a via di Montesavello sul lungotevere. In mezzo al fiume sorge l’Isola Tiberina o di S. Bartolomeo. E’ bassa e allungata come un barcone, donde l’antica leggenda che qui una nave fosse rimasta sommersa; un tempo per sottolineare tale somiglianza, l’isola era tutta fasciata di travertino e aveva, nel mezzo, un alto obelisco, piantato come un albero maestro. La sua origine era attribuita in antico all’accumularsi del fango sul grano dei Tarquini, gettato nel fiume dal popolo dopo la loro cacciata. L’isola è congiunta alla riva dalla parte sinistra da ponte Fabricio, detto dei quattro capi, oggi il più antico di Roma, costruito nel 62 a.C. e rimasto quasi intatto con le enormi quadrifonti alle sue estremità (donde il nome). Subito dopo il ponte a destra l'Ospedale S. Giovanni di Dio, che continua la tradizione dell’isola, già dedicata ad Esculapio, l’antico Dio della Medicina; è affidato, con l’annessa chiesa di S. Giovanni Calabita (1640) ai Fatebenefratelli. Più avanti, a sinistra S. Bartolomeo, chiesa eretta alla fine del X secolo da Ottone IIIsulle rovine del Tempio di Esculapio, restaurata da Pasquale II, abbattuta da una piena nel 1557, rifatta nel 1624 da Martino Longhi il Giovane. Il campanile romanico. Si attraversa il ponte Cestio, pure del I secolo a. C., ma restaurato nel 370 dagli imperatori Valentiniano, Valente e Graziano e quasi rifatto nel 1892. Si passa alla riva destra del fiume dove si estende il rione di Trastevere.
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