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Al termine del Corso si sbocca nella piazza del Popolo, una delle più grandi e scenografiche di Roma, capolavoro dello stile neo-classico, opera di Giuseppe Valadier (1816-1820). La piazza è limitata ad est e ad ovest da due muraglie ad emiciclo, ornate alle estremità dalla staue delle Stagioni e, al centro, dai gruppi marmorei di Nettuno fra due Tritoni (a sinistra) e di Roma fra Tevere e Aniene (a destra) sovrastanti due fontane a valva di conchiglia. Al di là della muraglia di destra si elevano i piani successivi del Pincio, con la sistemazione monumentale datagli dal Valadier. A nord due bassi fabbricati monumentali si avanzano a chiudere la piazza, coprendo, quello di sinistra, la Caserma G. Acqua e, quello di destra, S. Maria del Popolo; al centro la Porta del Popolo. A sud a destra e sinistra dell’imbocco del Corso, formano una testata di grande effetto scenografico le chiese gemelle di S. Maria dei Miracoli (1678) e di S. Maria in Montesanto (1675), iniziate da G. Rinaldi e compiute dal Bernini e da Carlo Fontana. Sono due rotonde precedute da portici a colonne e sormontate da cupole larghe e basse, con copertura a scaglie. Nell’interno di S. Maria in Montesanto, 3^ cappella a sinistra, Madonna e 2 santi, del Maratti; nella volta della sagrestia, affreschi attribuiti al Baciccia. Al centro della piazza si erge l’obelisco Flaminio (alto 24 metri; 36,50 col basamento), il più antico di Roma dopo quello lateranense. Innalzato ad Eliopoli sotto i Faraoni Merentab e Ramesse II (XIII-XII secolo a. C.), ai quali si riferiscono i geroglifici, sotto Augusto fu portato a Roma per il Circo Massimo e sotto Sisto V fu qui rialzato nel 1585 da Domenico Fontana. Leone XII lo fece circondare di fontane e leoni di marmo. In fondo alla piazza, a destra, è la Chiesa di S. Maria del Popolo, sorta da una cappelletta costruita da Pasquale II (1099) sulle tombe dei Domizi, per cacciare, secondo la leggenda, lo spirito di Nerone; ingrandita sotto Gregorio IX (1227-1241) in ch...
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