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016 - Carcere Mamertino
Nel Carcere Mamertino fu imprigionato San Pietro

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Carcere Mamertino
 
Ai piedi del Campidoglio tra questo ed il Foro Romano si trova a sinistra, dopo il clivus Argentarius, la chiesa di S. Giuseppe dei Falegnami, eretta da Giacinto Della Porta (1538) per la Confraternita dei Falegnami. Sorge sul posto dove scendevano un tempo dal Campidoglio le Scalae Gemoniae. Sotto la chiesa il Carcere Mamertino, oggi Cappella di S. Pietro in Carcere.
Vi si accede per una duplice scala (ai lati iscrizioni dei consoli Vibio Rufino e Cocceio Nerva, forse del 22). Consta di due celle sovrapposte: la superiore, trapezoidale, è il carcer Memertinus vero e proprio; l’inferiore, formata da blocchi disposti in cerchi che vanno restringendosi verso l’alto, è il Tullianum ritenuto nei tempi antichi di età regia, oggi giudicato di poco posteriore all’invasione gallica (circa 387 a. C.). Così il nome non deriverebbe da Servio Tullio, ma da tullus o tulliu (=polla d’acqua), per essere questa costruzione un antico serbatoio d’acqua, simile a quello di Tuscolo e di altre città etrusche. Più tardi, sostituita la primitiva volta (tholos) con un pavimento, il Tullianum fu unito al Mamertino, dividendo con questo l’ufficio di prigione di stato e di luogo per esecuzioni capitali. Vi perirono Giucurta, Vercingetorige e i complici di Catilina. Dopo il XVI secolo, in base alla leggenda medioevale che vi sarebbe stato rinchiuso anche S. Pietro (e con l’acqua della sorgente fatta sgorgare miracolosamente avrebbe battezzato i suoi carcerieri), l’edificio si chiamò S. Pietro in Carcere.
Di fronte la chiesa dei Ss. Luca e Martina formata da due chiese sovrapposte: l’inferiore fu eretta avanti l’VIII secolo sul Secretarium Senatus e dedicata alla Martire S. Martina; la superiore, dedicata a S. Luca, fu eretta nel 1640 da Pietro da Cortona, che restaurò anche l’inferiore, facendo del duplice edificio un insieme perfettamente omogeneo. La chiesa fu donata nel XVI secolo da Sisto V alla corporazione degli artisti, che ne fecero il loro centro, erigendovi accanto la sede dell’Accademia di S. Luca, demolita nel corso della sistemazione dei Fori Imperiali. L’interno a croce greca contiene numerose tombe di artisti.