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La via de’ Cestari sbocca in piazza della Minerva: al centro un piccolo elefante di marmo, scolpito, su disegno del Bernini (1667), da Ercole Ferrata, sorregge un obelisco egizio del VI secolo a.C., proveniente dal vicino Iseo Campense. L’epigrafe del basamento, dettata da Urbano VIII, dice che fu scelto l’elefante per dimostrare come occorra una robusta mente per sostenere una solida sapienza. Chiude in fondo la piazza la chiesa di Santa Maria sopra Minerva, sorta sui resti di un tempio di Minerva Calcidica e rifatta in forme gotiche nel 1280 (l’attribuzione ai frati Sisto e Ristoro è senza fondamento) La facciata rettangolare in sobrie forme del rinascimento, è attribuita a Meo del Caprino (1453); vi si aprono 3 portali in basso (il centrale con cornice e frontone marmorei) e 3 rosoni in alto. La chiesa è officiata dai Domenicani che hanno nell’annesso convento la sede generalizia. L’interno è l’unico esempio di architettura gotica a Roma.
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