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Dalle pendici del Pincio scende alla Piazza di Spagna, la scalinata della Trinità dei Monti, costruita da A. Specchi e F. De Sanctis (1721-1725), con un lascito dell’Ambasciatore francese S. Gouffier. Si compone di 137 gradini, divisi sull’alto in due rampe, che si uniscono al primo gran ripiano, divergono e poi ancora si riuniscono per posarsi maestosamente sulla piazza. Ai piedi della scalinata i gigli di Francia e le aquile di Innocenzo XIII Conti. Si salgono le comode rampe (a destra la casina rossa ove morì nel 1821 il poeta inglese G. Keats; piccolo museo dedicato al Keats e allo Shelley) e si raggiunge la piazza della Trinità dei Monti, dalla cui balaustrata si ha un bellissimo panorama sulla piazza di Spagna e sulla città. Al centro, l’obelisco Sallustiano (proveniente dagli orti Sallustiani, presso porta Salaria), imitazione romana imperiale degli obelischi egizi di Seti e Ramesse il Grande, qui innalzato nel 1789 da Pio VI. Sovrasta la piazza la chiesa della Trinità dei Monti, una delle chiese francesi di Roma, iniziata nel 1495 per ordine di Carlo VIII, consacrata nel 1585 da Sisto V, restaurata, dopo i guasti dell’occupazione napoleonica, da F. Mazois, a spese di Luigi XVIII. Una scalinata cinquecentesca, a rampe convergenti, ornata di capitelli antichi e bassorilievi, precede la facciata barocca, a 2 ordini, con tetto a terrazza e due tozzi campanili laterali. Notare il motivo della balaustra marmorea ripetuto cinque volte; sul tetto e sulla scalinata della chiesa, all’inizio e a metà della grande scalinata degli Specchi. Sulla destra della piazza, all’angolo formato dalle signorili vie Sistina e Gregoriana, è il palazzo di Federico Zuccari, con una facciata convessa, a portico e loggia, attribuita a F. Iuvara e fatta costruire nel 1711 dalla regina di Polonia, Maria Casimira, che vi ebbe dimora; il portale in via Gregoriana n. 30, e le 2 finestre laterali imitano la bocca di un mostro. Il palazzo è sede della biblioteca Hertziana (ingresso da via Gregoriana 28), per ricerche di storia dell’arte medievale e moderna, fondata con lascito della signora Hertz, e aperta agli studiosi dietro presentazione. La via Sistina ove abitarono molti intellettuali e artisti stranieri del secolo XIX, termina in piazza Barberini.
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