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La piazza Venezia, vasto rettangolo di circa 130x75 metri, è il centro geometrico di Roma e nodo tra i più importanti del traffico cittadino. Vi confluiscono la via del Corso, La via Nazionale (per le vie IV Novembre e Battisti), il corso Vittorio Emanuele (per via del Plebiscito) e le grandi vie del Teatro Marcello e dei Fori Imperiali. Limitano la piazza a Sud il Monumento a Vittorio Emanuele II, a Ovest il Palazzo Venezia, a Nord il Palazzo Bonaparte, a Est il Palazzo della Assicurazioni Generali di Venezia, di A. Manassei (sulla fronte leone di S. Marco del XVI secolo).
IL PALAZZO VENEZIA E’ la prima grande opera di architettura civile Rinascimentale in Roma. Possente costruzione bruna e merlata, armonizza la robustezza del castello medievale con l’eleganza del primo Rinascimento. Conta essenzialmente di un corpo massiccio con due facciate, l’una (a Est) sulla piazza Venezia, l’altra (a Nord) sulla via del Plebiscito. Un muro basso chiude il terzo lato (a Ovest) sulla via degli Astalli, mentre il quarto lato (a Sud), al cui angolo si innalza l’imponente Torre quadrangolare, include il portico della chiesa di S. Marco e serve di attacco al Palazzetto Venezia. Si attribuisce a L. B. Alberti il progetto del palazzo, iniziato nel 1455 da Pietro Barbo (poi Papa Paolo II) e ultimato da suo nipote Marco Barbo, patriarca di Aquileia, titolare della vicina basilica di S. Marco dal 1467. Esso rimane residenza papale fino al 1564, quando fu dalla chiesa ceduto in uso alla Repubblica di Veneta, per i suoi ambasciatori e per il Cardinal Titolare di S. Marco, sempre veneziano. Passato in proprietà dell’Austria per il trattato di Campoformio (1797), nel 1916 il governo italiano lo rivendicò a sé, facendone iniziare i restauri da F. Hermanin. Durante il periodo fascista fu palazzo di rappresentanza dello Stato, e Mussolini fece della Sala del Mappamondo il suo Gabinetto. Riaperto ai visitatori nel 1944, esso ospita frequenti mostre ed è sede del Museo di Palazzo Venezia. Le facciate hanno tre ordine di finestre (grandiose quelle a croce dell’ordine mediano) e sono coronate da un cornicione su mensolette e merli guelfi. La fronte sulla piazza ha un portale, attribuito a Giovanni Dalmata, riccamente scolpito e sormontanto da un balcone; alcune asimmetrie - le finestre più fitte sulla metà a sinistra, il portale e il balcone non in centro - fanno pensare ad un mutamento del progetto originario, sopravvenuto durante la costruzione. Un latro portale, anch’esso attribuito a Giovanni Dalmata, orna la facciata su via del Plebiscito, ove fu collocato dalla città di Venezia un marmoreo leone di S. Marco (scultura di Urbano Nono). Di qui si accede al cortile cinto su due lati da un portico a due piani di belle arcate, opera di Giuliano da Maiano; al centro, una fontana settecentesca, del Monaldi; scala monumentale di L. Marangoni (1930); capitelli con stemmi di città venete, scolpiti da Benedetto d’Amore. Sul fianco di Palazzo Venezia che guarda il Vittoriano si trova la piazzetta di S. Marco dove incorporata nel palazzo stesso sorge la Chiesa di S. Marco fondata, si dice, da Papa S. Marco (336) in onore dell’Evangelista. Restaurata nel 792 da Papa Adriano I e nell’833 da Gregorio IV, fu ricostruita nelle forma attuali da papa Paolo II (1468), che ne fece la Chiesa dei veneziani a Roma; fu restaurata nel 1744. La facciata quattrocentesca composta di un portico a colonne e di una loggia a pilastri, ambedue a tre arcate, è attribuita a Giuliano da Maiano o a L.B. Alberti. Dietro di essa emerge il campaniletto romanico (XII-XIII sec.), con tracce di decorazione a piastrelle. La torre sopra la sagrestia, eretta da Paolo II forse con l’intenzione di farne il nuovo campanile fu trasformata in un elegantissimo belvedere a finestre bifore dal nipote del papa, il cardinale Marco Barbo. Sotto il portico resti decorativi e lapidi paleocristiane (una in greco); a destra resto di portico romano, una margella di pozzo e, contro la parete, lapide funeraria di Vannozza Catanei (l’amante del Cardinale Rodrigo Borgia, poi Papa Alessandro VI), con menzione dei figli (già in Santa Maria del Popolo, poi scomparsa e qui ritrovata). Sopra la porta centrale, S. Marco Evangelista, bassorilievo di Isaia da Pisa. La piazzetta è chiusa in fondo dal Palazzetto Venezia detto in origine giardino di S. Marco, edificato dal 1455 al 1468; il Papa vi soleva ricoverare ospiti e ambasciatori. Sorgeva originariamente sul lato opposto della piazzetta S. Marco e chiudeva la piazza Venezia; nel 1911, per aprire il prospetto del monumento a Vittorio Emanuele II, fu demolito e qui ricostruito; contiene il museo del Palazzetto. Il chiostro, cinto da un portico a due piani, era l’antico giardino del palazzo. Nell’angolo rientrante del palazzetto Venezia si trova un colossale busto marmoreo di Iside, di età imperiale, tutto sfigurato, chiamato Madama Lucrezia dal popolino, che lo colloca, con Pasquino, Marforio e l’abate Luigi, tra le statue parlanti di Roma cosiddette perché spesso mani ignote vi appendevano tavolette con satire di natura politica, in genere sotto forma di dialogo.
IL VITTORIANO In fondo alla Piazza Venezia, addossato al colle capitolino, inquadrato da ampie zone di verde ai lati, si erge il Monumento a Vittorio Emanuele II, detto Vittoriano, opera dell’architetto Giuseppe Sacconi, inaugurato nel 1911. Il calcaree di Botticino (Brescia) usato per la costruzione, di un bianco freddo ed abbagliante, non è in armonia con la tinta calda e dorata del travertino, la pietra dominante a Roma; né l’ispirazione classica del monumento riesce ad armonizzarsi con l’adiacente complesso archeologico dei Fori. Il tema architettonico centrale è dato da un ampia scalea che, tra due esedre arboree, sale al ripiano dell’Altare della Patria e si divide poi in due rampe che, girando dietro l’altare, convergono verso la statua del Re, si riuniscono alle spalle di questa e si aprono nuovamente per sboccare su un vasto ripiano, dominato dall’emiciclo del portico che corona l’edificio. Alla base del monumento, ai lati della scalea, la Fontana del Tirreno a destra e la Fontana dell’Adriatico a sinistra. Davanti alla Fontana dell’Adriatico resti della tomba di C. Publio Bibulo, del I secolo a. C., caposaldo topografico della città antica, perché si sa con certezza che sorgeva all’inizio della via Flaminia. Si sale la scalea: a destra e a sinistra due leoni alati e due Vittorie sui rostri, alla base di antenne portabandiera. Sul primo ripiano l’Altare della Patria, maestosa e armoniosa composizione architettonica e scultorea, con la solenne e arcaizzante statua di Roma al centro, verso cui convengono i possenti altorilievi dei Cortei trionfali del Lavoro (a sinistra) e dell’Amor patrio (a destra), tutte opere dello scultore Angelo Zanelli. Al piede della statua di Roma fu collocata nel 1921 la tomba del Milite Ignoto, con la salma di un soldato sconosciuto, caduto nella guerra 1915-1918. Ai lati, due rampe di scale salgono alle due grandi porte bronzee del Museo del Risorgimento riccamente decorate e sormontate da statue allegoriche. Più in alto, nel mezzo, la statua equestre di Re Vittorio Emanuele II, di Enrico Chiaradia, alta e lunga 12 metri, in bronzo dorato; intorno al basamento statue delle città d’Italia più illustri della storia. Sul grande ripiano più in alto, otto basi con simboli e iscrizioni e un masso del Monte Grappa; sulla parete è inciso il bollettino della Vittoria del 4 novembre 1918. Sovrasta il portico, composto di 16 colonne (alte 15 metri), che sorreggono il forte architrave, ornato di aquile e festoni di quercia; sopra, un fregio di teste di leone; sopra ancora, le statue delle regioni d’Italia, alte 5 metri. Alle estremità del portico, si aprono i due propilei, composti ciascuno di 8 colonne e 12 semicolonne. Sono preceduti dalle scalinate e ornati esternamente da statue e altorilievi; nell’interno, 4 grandi lunette allegoriche a mosaico. Si passa nel PORTICO (lungo 72 metri): pavimento di marmi policromi; soffitto a lacunari di bronzo; parete ornata, in basso da un fregio di armi, in alto da una fascia di mosaici. Sopra i propilei, due quadrighe di bronzo. Dal portico, magnifico panorama di Roma. Portarsi nel propileo di destra. Da presso e da sinistra, l’Aracoeli e il Campidoglio; poi la via del Teatro Marcello (oggi via Petroselli), sulla cui destra sono la cupola della Sinagoga, S. Maria in Campitelli, il bizzarro campaniletto di Santa Maria dei Funari e il belvedere del palazzo Mattei. Sullo sfondo: il quartiere di Monteverde Nuovo; sul fianco del Gianicolo, la facciata di S. Pietro in Montorio e la fontana dell’Acqua Paola; più in alto, il monumento di Garibaldi, poi il Faro, la cupoletta dell’ex Specola vaticana, il palazzo del Collegio di Propaganda Fide, la cupola di S. Pietro e i palazzi Vaticani; più a destra sullo sfondo, Monte Mario. Più vicino, le cupole di San Carlo ai Catinari, S. Andrea della Valle e della Chiesa Nuova, la parte superiore di palazzo Farnese e, dietro palazzo Venezia, la cupola del Gesù, alla cui sinistra Castel S. Angelo e a destra la cupola schiacciata del Pantheon e la mole del Palazzo di Giustizia. Portarsi a metà del portico: sotto piazza Venezia e, al centro, il rettifilo di via del Corso, che lascia a sinistra la chiesa di S. Ignazio la torretta di Montecitorio e la cupola di S. Carlo al Corso e a destra i SS. Apostoli, i due campanili della Trinità dei Monti e la zona verde del Pincio e di Villa borghese. Portarsi nel propileo di sinistra: in basso le due chiese a cupola del Foro Traiano, la colonna Traiana e il complesso dei Fori Imperiali; più vicino a destra della grande via dei Fori Imperiali, il Foro di Cesare. Più a sinistra tra i Fori Imperiali e il verde del Pincio, la villa Medici, il palazzo del Quirinale e via Nazionale che sale alle Terme di Diocleziano, lasciando a destra la Torre delle Milizie, la facciata dei SS. Domenico e Sisto, la Villa Aldobrandini, la Banca d’Italia, il palazzo del Viminale, le due cupole e il campanile di S. Maria Maggiore; più lontano a destra il palazzo del Laterano, con obelisco e le statue e i campanili di S. Giovanni in Laterano; avvicinandoci, il Colosseo, la Basilica di Massenzio, il campanile e la facciata di S. Maria Nuova, l’Arco di Tito, la Curia, la chiesa di S. Luca; più a destra le rovine del Foro Romano sullo sfondo del Palatino, il fianco del palazzo Senatorio e l’abside dell’Aracoeli. Si prosegue lungo il fianco destro del Vittoriano. In un angolo, i resti di una casa o insula romana, a quattro piani, con facciata ad arcate e finestre, ai cui piedi una cappella, con un affresco della Pietà (secolo XIV), è quanto resta della chiesetta medievale di S. Biagio del Mercato. Si giunge in piazza dell’Aracoeli che, con le demolizioni richieste per la sistemazione del Vittoriano, ha perduto il raccolto carattere di un tempo. Al centro, una fontana del 1589, su disegno di Giacomo della Porta; ai numero 30-31, il barocco palazzo Massimo di Rignano, ora Colonna (bel portale); ai numeri 32-33 il palazzo Malatesta, del Rinascimento.
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