Photo Roma
Links   E-mail  
Search


Search for... (in italian)


City


Photos
   Anagni
   Arezzo
   Assisi
   Avila
   Bologna
   Bolzano
   Bomarzo
   Brescia
   Bressanone
   Cadice
   Cordova
   Cremona
   Desenzano Garda
   El Escorial
   Ferrara
   Figline Valdarno
   Firenze
   Fossanova
   Genova
   Granada
   Lucca
   Madrid
   Mancia
   Mantova
   Milano
   Modena
   Ortisei
   Orvieto
   Padova
   Parma
   Perugia
   Piacenza
   Pisa
   Pompei
   Ravenna
   Reggio Emilia
   Roma
   Salamanca
   San Gimignano
   San Giovanni Vd
   Sansepolcro
   Segovia
   Siena
   Siviglia
   Spoleto
   Toledo
   Trento
   Treviso
   Trieste
   Udine
   Valladolid
   Valle de los caidos
   Venezia
   Verona
   Vicenza
   Vienna


Extras
   Madonnelle romane
   Ponti romani
   Statue parlanti

   Glossario
   Storia di Roma
   Il Rinascimento



Verso il Vaticano, nell'antico itinerario dei papiBack
 
In via del Monserrato la chiesa di S. Maria del Monserrato, eretta da Antonio da Sangallo il Vecchio (1495) come chiesa degli Aragonesi e dei Catalani ed oggi chiesa nazionale degli Spagnoli. La vasta facciata, di Francesco da Volterra, è divisa da un grosso cornicione in 2 ordini: il superiore liscio, salvo la profonda nicchia della finestra al centro, l’inferiore assai movimentato. Sul portale, Madonna col bambino che sega la roccia (dove sorgerà il santuario catalano di Monserrato).
Segue sempre a sinistra la piccola piazza de Ricci, chiusa su due lati dall’originale facciata a gomito del palazzo Ricci, intonacata e affrescata da Maturino da Firenze e Polidoro da Caravaggio (Leggende di Roma Antica); il Palazzo fu riadattato da Nanni di Baccio Bigio (metà del secolo XVI) su una preesistente costruzione.
La via del Monserrato continua nella via dei Banchi Vecchi (così detta dagli uffici dei banchieri del secolo XV). Subito a sinistra S. Lucia del Gonfalone, chiesa edificata al principio del secolo XVI dall’antichissima arciconfraternita del Gonfalone, rifatta nel 1765 da Marco David in forme neo classiche baroccheggianti, restaurata da Francesco Azzurri nel 1886. A destra della chiesa la via del Gonfalone con l’oratorio di S. Lucia del Gonfalone. Segue in via dei Banchi Vecchi ai numeri 22-24 il Palazzo dei Pupazzi prima residenza cardinalizia di Sisto V (la facciata istoriata e scolpita è del milanese P. Crivelli, 1540).
Al termine di via di Monserrato si volta a destra in via dei Cartari e si ritorna in corso Vittorio Emanuele all’altezza della piazza della Chiesa Nuova che è dominata dalla gran facciata barocca di S. Maria in Vallicella, detta la Chiesa Nuova, eretta, a cura di S. Filippo Neri e a spese del cardinale Cesi, sui disegni di Giovan Matteo da Città di Castello, e poi di Martino Longhi il Vecchio (1575-1605). La nobile facciata è di Faustolo Rughesi.
INTERNO a croce latina, a 3 navate (la mediana vastissima; le laterali basse e strette). Nella volta a botte, nella cupola e nel catino dell’abside, affreschi, di Pietro da Cortona; stucchi di C. Fancelli ed E. Ferrata. 1^ cappella destra, Crocifissione, del Pulzone; 3^ cappella destra, Ascensione, del Muziano. Sotto l’organo a destra, ingresso alla Cappella Spada, di C. Rainaldi: all’altare, Madonna tra i Ss. Carlo e Ignazio, di O. Maratti. Nell’abside: in mezzo, Madonna tra angeli; a destra, i Ss. Domitilla, Nereo e Achilleo; a sinistra, Ss. Gregorio, Mauro e Papia, 3 quadri del Rubens (1608). Sopra l’altare maggiore, ciborio, di Ciro Ferri. A sinistra del coro, la cappella di San Filippo Neri (sepolto sotto l’altare), riccamente decorata con bronzi e marmi incrostati di madreperla; il quadro è riproduzione in mosaico dell’originale di G. Reni.
All’altare del transetto sinistro, Presentazione di Maria, del Barocci. Nella 4^ cappella sinistra, Visitazione, dello stesso. In Sagrestia: statue di S. Filippo Neri, di Gregorio XV, di A. Algardi; soffitto affrescato da Pietro da Cortona. Nella cappella interna: sull’altare, pala del Guercino, deteriorata; reliquie del Santo. Sopra, le camere del Santo: S. Filippo Neri, quadro di G. Reni.
A sinistra della chiesa, l’Oratorio dei Filippini, del Borromini (1637-62), con tipica facciata la cui forma concava è accentuata dalla loggia centrale a conchiglia; portale a colonnine; finestre e cornicioni con elaborati motivi ornamentali.
All’INTERNO, la ripristinata sala Borromini, ove S. Filippo Neri faceva eseguire quelle laudi spirituali che diedero origine alla composizione musicale detta appunto oratorio. Nel palazzo (notevoli i 2 cortili e lo scalone) risiedono: l’Archivio storico Capitolino (comprendente l’Archivio Urbano, del 1625, gli Atti della Camera Capitolina, dal XVI secolo in poi, e gli Archivi Anguillara, Orsini e Boccapaduli), con annessa Biblioteca Romana; la Biblioteca Vallicelliana, fondata nel 1581 dal portoghese A. Stazio, la più antica biblioteca romana aperta al pubblico, specializzata nella storia di Roma e della chiesa (raccolta di 2500 pregevolissimi messali, tra cui 221 greci, dal X secolo in poi, e il più antico dei latini, del VII secolo); la Soc. Romana di Storia Patria, istituita nel 1876 per promuovere la pubblicazione e l’illustrazione dei documenti storici di Roma (Biblioteca); l’Istituto Storico Italiano che promuove la pubblicazione delle fonti della storia nazionale (con biblioteca specializzata); l’Istituto di Studi Romani, che promuove corsi, congressi, mostre storiche e altre iniziative per la conoscenza di Roma.
Segue, a sinistra del corso, la piazza Sforza Cesarini, con il monumento di Terenzio Mamiani della Rovere, di Mauro Benini (1892) e il palazzo Cesarini-Sforza, fatto costruire da Alessandro VI, ancora cardinale Borgia (xv sec.), oggi interamente rifatto (pochi resti, visibili dal cortile). Poi, a destra, all’angolo della via del Banco di San Spirito, che ha per sfondo Castel Sant’Angelo, il palazzo del Banco di S. Spirito, già della Zecca. Il corso termina al Ponte Vittorio Emanuele, ornato di statue e vittorie (1911), che porta al quartiere dei Borghi e a S. Pietro; bel panorama sul fiume e sulla sua riva destra dal Pincio al Gianicolo.
Giungendo da corso Vittorio Emanuele, si prende, a sinistra, il lungotevere dei Fiorentini e subito a sinistra, scendendo una scalinata, si va alla chiesa di S. Giovanni del Fiorentini. Ai progetti presentati da Michelangelo, dal Peruzzi e da Raffaello, Leone X preferì quello di Jacopo Sansovino, che iniziò alla fine del secolo XV la costruzione della chiesa, continuata poi da Antonio da Sangallo il Grande e terminata da Giacomo della Porta. A. Galilei innalzò nel 1734 l’attuale grande facciata, tutta in travertino, con colonne corinzie, finestra a loggetta, terrazze laterali e, sul timpano del portale centrale, le statue delle Virtù, di F. Della Valle.
INTERNO a croce latina diviso da pilastri in muratura in 3 navate, la centrale a volta schiacciata sopra le basse finestre; le cappelle laterali, ad archi alternativamente lisci ed ornati, temperano l’effetto freddo dell’insieme, bianchissimo di marmi; molti monumenti sepolcrali. Nel transetto destro: all’altare Martirio dei Ss. Cosma e Damiano, di S. Rosa; ai lati, tomba Acciaioli, di Ercole Ferrata; tomba Corsini, di Alessandro Algardi. Cappella Maggiore, di Pietro da Cortona: altare del Borromini; a destra, il monumento Falconieri con, ai lati, la Fede, di Ercole Ferrata e la Carità, di Domenico Guidi. Cappella a sinistra: volta e laterali di Giovanni Lanfranco. Navata Sinistra: in fondo, a destra, monumento Samminiati, di F. Della Valle; a sinistra, monumento Capponi, di Ferdinando Fuga e R. Michel Slodz. In sagrestia, ricordi di S. Filippo Neri, che fu rettore (1584-75) di questa chiesa.
Dalla chiesa ha inizio la via Giulia, la prima in Roma ad andamento rettilineo (1 km), aperta da papa Giulio II all’inizio del secolo XVI; magnifici palazzi si innalzarono ai lati della via, che fu per un certo tempo la principale della città. A destra, n. 79, il cinquecentesco palazzo del Console di Firenze: facciata ad intonaco e portale di bugnato rustico; iscrizione a Cosimo de’ Medici, duca di Firenze. Al n. 82, casetta del primo Rinascimento, con portone a spigoli bugnati; al n. 85, una delle case di Raffaello: portale marmoreo, bugne rustiche al pianterreno, lisce superiormente, cornicione decorato. Al n. 97, il palazzo Donarelli (fine sec. XVI): portone tra 2 colonne doriche di travertino; di fronte, n. 66, il palazzo Sacchetti.
Fu costruito da A. Lippi per il cardinale Ricci da Montepulciano (1550 c.), sulla preesistente casa di Antonio da Sangallo il Grande, come proverebbe la lapide a sinistra del balcone: Domus Antonii Sangalli Architecti — MDXLII. Altri attribuiscono invece al Sangallo lo stesso palazzo Sacchetti. Al 1° piano, salone affrescato da Francesco Salviati. All’angolo, fontanina aggiunta più tardi.
Segue la chiesetta di S. Biagio della Pagnotta (dall’uso antico di distribuire una pagnotta ai fedeli, il giorno del Santo), anteriore al X secolo, ma completamente rifatta, ufficiata dal clero armeno. Agli angoli di vicolo del Cefalo, via dei Bresciani e via del Gonfalone, parti del basamento del palazzo dei Tribunali, iniziato da Bramante per Giulio II, e rimasto incompiuto. Segue a destra la disadorna facciata di S. Maria del Suffragio, chiesa eretta nel 1675 da C. Rainaldi. Poi, al n. 52, il grande edificio in mattoni delle Carceri Nuove, erette da Antonio del Grande (1655) per Innocenzo X, in sostituzione delle tremende carceri di Tor di Nona.
A sinistra, la chiesetta di S. Filippo Neri, l’unica dedicatagli a Roma; piccola facciata con bassorilievi del Santo. Si lascia sulla destra il ponte G. Mazzini, al di là del quale sono le carceri di Regina Coeli, sullo sfondo del Gianicolo, e si trova, a destra, la chiesa dello Spirito Santo, donata nel 1572 ai Napoletani che la riedificarono su disegno di C. Fontana (o del Mascherino); facciata rinascimentale, rimaneggiata da A. Cipolla nel 1854.
INTERNO a una navata; cantoria e abside aggiunte dal Cipolla. A destra, monumento del cardinale G. B. De Luca (m. 1683), di Domenico Guidi; 3^ cappella destra, Crocifisso e Annunciata, di P. Gagliardi; 3° altare sinistro, Martirio di S. Gennaro, di Luca Giordano.
Segue, a destra, in fondo alla via di S. Eligio, la chiesa di S. Eligio degli Orefici, disegnata da Raffaello (a pianta quadrata, con cupola e lanternino elegantissimo), costruita nel 1509, ricostruita nel 1601 con aggiunte barocche. Nella via Giulia, a sinistra, S. Caterina da Siena, edificata nel 1526, rifatta nel 1767: facciata concava ornata di semicolonne e bassorilievi; nell’interno, all’altare maggiore, Sposalizio di S. Caterina, di Gaetano Lapis. Più avanti, a destra, il palazzo Falconieri, sede dell’Accademia d’Ungheria: facciata cinquecentesca, ornata ai lati da 2 cariatidi a testa di falco; verso il Lungotevere, giardino con loggia a 3 arcate, del Borromini. Attigua al palazzo, la chiesa di S. Maria dell’Orazione e Morte, eretta nel 1575, riedificata nel 1737, su disegno di Ferdinando Fuga, con fastosa e pesante facciata.
INTERNO ellittico, ornatissimo; alle pareti, affreschi di Giovanni Lanfranco. All’altare maggiore, Crocifisso, di Ciro Ferri; all’altare sinistro, S. Giuliana Falconieri, di Pier Leone Ghezzi. Nella cripta, figure di cera, visibili il 2 novembre.
Si passa sotto l’arco che unisce la facciata posteriore del palazzo Farnese, agli edifici di fronte e che avrebbe dovuto proseguire sopra il fiume fino alla Farnesina, e si lascia la via Giulia (che termina poco dopo, davanti al Ponte Sisto), per voltare a sin. nella via del Mascherone (così detta dal mascherone che orna la fontana di fronte alla via) dove prospettano la chiesa dei Ss. Giovanni Evangelista e Petronio e la vasta facciata barocca del settecentesco palazzo Sinibaldi.