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La via XXIV maggio sbocca in piazza del Quirinale, una delle più belle di Roma, cinta su tre lati da edifici e aperta a sinistra, come un aereo balcone sul panorama della città, dominato in fondo dalla Cupola di S. Pietro ma deturpato dalla giungla di antenne fissate sui terrazzi. La piazza copre la vetta del monte Quirinale (m 61), il più elevato dei sette colli classici, così detto o da un Tempio di Quirino o dalla città di Curi, donde, secondo la leggenda, mossero i Sabini di Tazio per venirsi a stabilire su questa altura. Oltre il Tempio di Quirino, vi sorgevano altri santuari, l’esatta ubicazione dei quali finora non è stata stabilita. Al centro della piazza, sopra un alto piedistallo, le colossali (m. 5,60) statue dei Dioscuri (Castore e Polluce), rappresentati in piedi presso i loro cavalli; sono replica romana, di età imperiale, di un originale greco del V-VI secolo a.C.. I due gruppi trovati nelle vicinanze delle Terme di Costantino, furono qui affiancati da Sisto V; in quell’occasione fu rinnovata l’erronea iscrizione sulla base, con i nomi di Fidia e Prassitele, creduti nel medioevo due filosofi che avevano avuto questo monumento da Tiberio, di cui indovinavano il futuro. Sotto Pio VI i due gruppi furono spostati, con i cavalli divergenti verso il Quirinale, per far posto al sottile obelisco, tolto al Mausoleo di Augusto. Pio VII aggiunse la fontana, gran coppa di granito bigio, già abbeveratoio di buoi nel foro romano. Dal gruppo dei Dioscuri la contrada fu chiamata nel Medioevo "contrada Caballi", poi Monte Cavallo. Chiude la piazza in alto il Palazzo del Quirinale, iniziato da Gregorio XIII nel 1574, su una villa del Cardinale Ippolito d’Este (il figlio del Duca Alfonso e di Lucrezia Borgia), per farne la residenza estiva dei papi. Vi lavorarono successivamente Flaminio Ponzio, il Mascherino, Domenico Fontana, Carlo Maderno, il Bernini e Ferdinando Fuga, e fu compiuto sotto Clemente XII (1730-1740), ma già nel 1582 Clemente VIII era and...
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