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854b - Ghetto
La Chiesa di S. Maria in Publicolis - particolare

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rm_854b.jpg [211626 bytes]

 


Da Piazza Campitelli al "Ghetto"
 
Si fa il giro del palazzo voltando a destra nella via dell’arco dei Cenci, scavalcata da un arco; si traversa la Piazza Cenci, ove prospettano due facciate del palazzo, una rinascimentale, l’altra barocca, e si sale a sinistra alla caratteristica piazzetta di Monte de’ Cenci. Di fronte alla facciata principale del Palazzo Cenci, di sobrie forme rinascimentali, sorge la cappella gentilizia di S. Tommaso, eretta nel XII sec. da un vescovo Cenci, ma rifatta nel 1575 da Francesco Cenci, per seppellirvi, secondo la tradizione popolare, i figli Giacomo e Beatrice, di cui tramava la morte. Furono invece questi ad ucciderlo: i parricidi vennero decapitati su questa piazzetta l’11 settembre 1599 e, ad ogni anniversario, si celebra nella cappella una messa di suffragio. La via di S. Maria de’ Calderari sbocca nella via del Progresso, ove è una bella fontana rinascimentale marmorea, attribuita a Giacomo Della Porta. A sinistra, la piccola chiesa di S. Maria del Pianto, così detta dal pianto dei fedeli per l’ostinazione degli ebrei. Qui intorno si estendeva, infatti, l’antico GHETTO (il largo di fronte alla chiesa è detto dai romani Piazza Giudia), ove gli ebrei furono costretti ad abitare dal XVI sec. al XIX, sottoposti dal governo pontificio a gravi restrizioni, per quanto meglio trattati che in altri Stati. Prendendo, a destra della chiesetta, la via del Pianto e voltando a destra nella via di S. Maria in Publicolis (sull’angolo, lo spigolo a punte di diamante dell’antico Palazzo Santacroce, sovrastato da una gran torre ad intonaco), si giunge alla chiesetta di S. Maria in Publicolis, rifatta nel 1543 da Antonio De Rossi. Nell’interno, tombe della Famiglia Santacroce, che pretendeva discendere da Valerio Publicola, il fondatore, con Giunio Bruto, della repubblica romana. Di fronte alla chiesa, la Piazza Costaguti, ove prospetta il Palazzo Costaguti, costruito da C. Lombardo alla fine del sec. XVI. Nell’interno, soffitti affrescati dal Domenichino, dal Guercino, dal Lanfranco...

 
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